Siena

«Siena, città misteriosa perché fatta a chiocciola, con le vie attorcigliate l’una sull’altra, ci attende sotto le torri e una luna enorme […] La meraviglia nasce da una visione di uno scheletro intatto di città medievale, che non ha nulla di archeologico […] A Siena si hanno quei momenti perfetti, in cui il passato remoto risale a galla fino a noi, confondendosi col presente […] Il mistero della città viene dalle sue strade strette, curve, girate le une sulle altre, a forma di spirale o di Chiocciola o dei petali d’una rosa che si coprono con i loro strati ».
Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957.

Toponomastica

Secondo le tesi dell’archeologo ed etruscologo Mauro Cristofani Siena deriverebbe dal gentilizio etrusco Saina/Seina, attestato epigraficamente a Montalcino, Chiusi, Perugia. La leggenda la vuole derivante da Senio, mitologico fondatore della città e figlio di Remo.

Breve excursus storico

Sorta nelle immediate vicinanze del valico più agevole delle colline che separano il bacino dell’Elsa da quello dell’Arbia sul percorso fra città etrusche importanti quali Volterra e Populonia da una parte e Arezzo e Chiusi dall’altra, ha anch’essa un’origine etrusca. In luogo del villaggio etrusco, sotto Ottaviano Augusto, in età repubblicana, si fonda una colonia militare chiamata Sena Julia che, tuttavia, ebbe uno sviluppo piuttosto limitato, soprattutto per la lontananza della città dalle principali vie consolari (Aurelia e Cassia) che originariamente passavano lungo il litorale e lungo la Val di Chiana. Pertanto la Siena romana resta una città minore omessa nelle cronache di Plinio il vecchio e Tacito. Il Comune medioevale trae l’insegna (la lupa che allatta i gemelli) da questa antica origine che, insieme alla “balzana” (scudo bianco e nero), fu emblema araldico della città. Dopo le prime invasioni barbariche in Italia e dopo la guerra greco gotica (Impero Bizantino contro i goti), Siena subì una svolta importante con la conquista longobarda che ne modifica radicalmente la struttura territoriale. L’Antica Cassia consolare che transitava per Arezzo viene ora a collocarsi troppo vicina ai domini bizantini che controllavano anche la Traiana, pertanto si apre una nuova via di comunicazione collocata più a levante (la via di Mons Longobardorum) imperniata su Siena e Viterbo. I Longobardi si insediano in città catalizzandone l’ampliamento territoriale a danno della vicina Arezzo ed è sotto il loro dominio che Siena assume la massima importanza. La rete viaria subì uno spostamento e l’Aurelia e la Cassia che attraversavano regioni esposte alle incursioni bizantine decadono, avvantaggiando la Via Francigena, antica via di Mons Longobardorum, che collegava i domini settentrionali longobardi con Roma, passando per Siena. Nel 774, il regno longobardo si arrende a Carlo Magno e Siena è invasa da funzionari franchi che si uniscono alle famiglie longobarde, originando la più antica nobiltà senese, fondatrice di abbazie e castelli in tutto il territorio senese. I legami tra le abbazie e le grandi casate signorili fondatrici riducono ai minimi termini le prospettive di Siena, dove avevano sede i due organi tradizionali della vita civile e religiosa: il conte e il vescovo. Il potere feudale andò scemando e alla morte della contessa Matilde di Canossa (1115), la Marca di Tuscia, che sotto la casa di Canossa comprendeva buona parte dell’odierna Toscana, si fraziona in una serie di embrionali strutture comunali. Il Comune di Siena, pericolosamente confinante con la Firenze guelfa, sua nemica, si dichiara ghibellino. La città raggiunge il suo culmine dopo essere divenuto Comune nel 1147 adottando una politica espansionistica nei confronti dei territori limitrofi. La storia della Siena alto medievale è poco nota quel che è certo è che a differenza di altre città con forte impronta romana, Siena nasce dalla fusione di più nuclei precedenti. Fino al XII secolo la Sena Vetus era arroccata sul crinale dei due colli contigui di Castelvecchio e di Santa Maria. Ai piedi di questo antico nucleo si erano formati, uno a Nord e l’altro ad Est, lungo il percorso della Strada Romea (o via Francigena), i due grossi borghi di Camollia e San Martino. A cavallo fra il XII e il XIII secolo l’antica civitas altomedievale viene a conurbarsi con i due borghi-strada collocati a valle dando vita alla Nuova Siena che nasce dalla fusione dei “terzi” di: Città, Camollia e San Martino. Nel Duecento la città cresce velocemente, espande i suoi possedimenti e lo Stato senese si estende a spese di Arezzo, Volterra e dei grandi feudi del sud della Toscana nonché contro la Guelfa Firenze, sconfitta con la celebre battaglia di Montaperti dove Siena trionfa il 4 settembre 1260. Con l’aumento della popolazione e delle attività, nella città nella quale il potere passa dai conti longobardi ai vescovi, ai consoli, ai rappresentanti del ceto emergente degli artigiani e dei commercianti, il perimetro delle mura si amplia per aggiunte parziali, ora su un lato ora sull’altro. Il fiorente commercio delle stoffe, dello zafferano, dei vini, della cera e delle spezie ma soprattutto delle attività delle compagnie commerciali e bancarie, creditizie e di cambio, condotte sin dai primi del ‘200 dai Piccolomini, dai Malavolti, dai Chigi e dai Buonsignori, fanno di Siena la città più meridionale, e fra le più importanti, della fascia sviluppata (Italia-Fiandre) dell’Europa. Tali attività commerciali e bancarie si trovano in stretta correlazione con la posizione di Siena lungo il grande asse francigeno ed è in tal senso che il Sestan definisce Siena Figlia della Strada. Sempre nel Duecento ed analogamente legato all’arteria viaria, viene ad accrescersi il grande Ospedale di Santa Maria della Scala, fondato dai canonici della cattedrale ancor prima del Mille per assistere i pellegrini in cammino verso Roma. Definita dallo storico francese Hippolyte Taine, nel suo Voyage en Italie, la Pompei medievale la Siena di questo periodo, tutt’oggi ben leggibile, è uno dei più vasti e meglio conservati centri storici europei e una delle più alte originali elaborazioni della cultura italiana. Buona parte delle abitazioni e la maggior parte delle attività commerciali della città medievale si attesta lungo il tratto urbano della Francigena che vicino al centro prendeva li significativo nome di Banchi di sopra a nord e Banchi di sotto a sud. I palazzi delle grandi famiglie vanno sostituendosi ai castellari delle consorterie concentrandosi nel centro geografico e direzionale della città, In prossimità del Campo: unica grande piazza del tessuto urbano, spazio polifunzionale che ospitava il mercato, le assemblee popolari, gli esercizi militari dei nobili, gli spettacoli (tanto che in età barocca sarà chiamata Piazza del teatro), giochi sportivi tra i quali il palio. Peculiarità di Siena è la cura e l’attenzione estetica tributata dall’autorità comunale allo spazio pubblico e l’urbanistica da tempo dettagliatamente prescritta con i 1167 articoli dello statuto del 1262. Agli inizi del secolo il regime podestarile succede a quello consolare e Siena diventa la principale sostenitrice del successore di Federico II, Manfredi, re di Sicilia. A Siena, come in tutto il centro-nord il regime podestarile entra ben presto in crisi per il fiorire di una ricca borghesia cittadina che viene ad avvicendarsi nel controllo della città. Durante tale periodo, lungo e fecondo e noto come Governo dei Nove, emergono le grandi famiglie dei Salimbeni, ,Tolomei, Sansedoni, Buonsignori, Piccolomini e Gallerani, che saranno mecenati, fra gli altri, di Duccio di Boninsegna, Simone Martini, Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Nicola e Giovanni Pisano, Tino da Camaino. Sono di quest’epoca l’inizio della costruzione del Palazzo Pubblico, il progetto per l’ingrandimento del Duomo e la costruzione dell’ultima cerchia di mura tutt’oggi esistente.
Nel 1348 Siena, come gran parte dell’Europa, è colpita dalla terribile pestilenza che, causando morte e instabilità politica, arresta tutti i cantieri in primis quello della nuova facciata del Duomo a tutt’oggi esempio paradigmatico di non finito. Nel 1355 il regime dei Nove è rovesciato ed il governo della città passa ai cosiddetti “Monti” (tra i quali il celebre Monte de’ Paschi) ovvero raggruppamenti di famiglie magnatizie e borghesi. Per meglio opporsi alla mai sopita minaccia di Firenze, Siena si pone, a partire dal 1390 circa, sotto la signoria di Gian Galeazzo Visconti di Milano. Risalgono al XV secolo altri grandi pittori senesi, nella scultura emerge il rinascimentale Jacopo della Quercia e il papa umanista Pio II (Enea Silvio Piccolomini) che porta a Siena artisti veneti, come il Sodoma, fiorentini come Bernardo Rossellino, umbri come Pinturicchio e Raffaello. Alla morte del Visconti, avvenuta nel 1404 seguono altri anni di instabilità politica e turbolenza. Negli anni quaranta dal Cinquecento Siena cade sotto la dominazione spagnola dell’imperatore Carlo V ma già nel 1552 una violenta rivolta del popolo senese distrugge il cantiere della grande fortezza che si stava costruendo per ospitare il presidio spagnolo. Nel 1555 Cosimo de’ Medici, offrendo il suo appoggio a Carlo V, prosegue la costruzione della grande fortezza e prepara il terreno per la definitiva risoluzione della guerra di supremazia fra le due storiche rivali. Nel 1559, Siena viene annessa al granducato di Toscana anche se, formalmente, conserva le istituzioni repubblicane fino all’epoca delle riforme. Seguono due secoli di crisi economica e demografica il cui acme sopravviene nel 1768. L’impianto di Siena, con la caratteristica forma a Y resta sostanzialmente invariato sino al Settecento quando, nel 1740, l’istituzione della cavallerizza e del pubblico passeggio accentrano nei pressi della Lizza e quindi della fortezza, molti servizi pubblici. Nel 1850 Inizia la modernità con l’arrivo in città della ferrovia e con l’istituzione di una banca legata all’industria. Col piano del 1919 la città si espande in direzione nord-ovest attorno al perno della fortezza.