«In modo certo e sicuro sappiamo che questo antico castello appartenne fino all’anno 1375 ai Nobili Conti della Scialenga, conosciuti ancora sotto il nome di Cacciaconti o Cacciaguerra, dai quali discendeva quel crapulone Caccia di Asciano, rammentato da Dante nel Canto XXIV dello Inferno. Vedonsi tuttora i recinti della fortezza, smantellata nel 1555 dal Conte di Santa Fiora, ed è rimasta in piedi la sua torre quadrata, che per volgere dei tempi cambiò come la fortezza la sua destinazione, perché questa diventò un giardino e l’altra una colombaia».
Giovacchino Losi, Viaggio in strada ferrata da Asciano a Grosseto,1873.
Toponomastica
Il nome dell’antico borgo deriva dal fatto che il paese sorge laddove una serie di rilievi serra la valle dell’Ombrone dividendola dalla val di Chiana ed entro la quale scorre il torrente Foenna. «A chi si diletta di etimologia diremo che si ritiene possa avere avuto quella denominazione, per trovarsi serrato fra i due monti che gli stanno a ridosso» scrive Giovacchino Losi, ingegnere costruttore della linea ferrata Asciano-Grosseto, nelle già citate memorie di viaggio.
Excursus storico
Serre probabilmente sorge durante la guerra gotica del 535-553 d.C. attorno al nucleo fondativo strategico-militare di una fortezza bizantina mentre, successivamente, diviene insediamento longobardo, come conferma l’iniziale dedica della chiesa (attualmente di San Lorenzo) a San Michele Arcangelo. Nel 1159 Serre è residenza di castellani dell’Impero Romano Germanico e Federico Barbarossa ne rafforza le difese. Nel 1234, Federico II assegna il castello e le sue terre in feudo a Ildebrandino di Guido Cacciaconti. Con il tramonto della potenza sveva i Cacciaconti conservano il dominio su Serre fino al 1272 quando il castello passa sotto il controllo della Repubblica Senese. Nel 1276 Cacciaconte Cacciaconti, vescovo di Cremona, recupera il possesso del castello insediandovi i suoi nipoti ma la restaurazione dura solo pochi anni a seguire dei quali Siena torna a controllare il borgo. Il senese ospedale di Santa Maria della Scala acquisisce, nel 1295, molte proprietà dei Cacciaconti quando Ghino di Tacco tenta di impadronirsi del castello. Nel 1355 Ranuccio Cacciaconti ottiene da Carlo IV la conferma dei privilegi sui suoi possessi nella zona. Il già citato Giovacchino Losi ricorda come proprio dai Cacciaconti discendesse il prodigo Caccia di Asciano, che Dante cita, nel XXIV canto dell’Inferno, come colui che «disperse la vigna e la gran fronda» e cioè come colui che, spiega Vittorio Sermonti, «sperperò tutti i suoi averi comprese le vigne e i poderi (fonda sta per terreni arati, a differenza delle vigne) che la sua famiglia possedeva nei pressi di Asciano nell’area senese». Infine l’ultimo Cacciaconti di Siena, Giovanni, nel 1371 vende i suoi beni ai mercanti De’ Rossi che, coinvolti in una congiura contro Siena, ne saranno, da quest’ultima, espropriati, ai primi del ‘400. Anche il paese di Serre rimane coinvolto nella guerra del 1554 tra Siena e Firenze. Infatti, nel maggio di quell’anno, mentre il duca Jacopo de’ Medici assedia Siena, con l’esercito imperiale, un distaccamento comandato dal conte di Santa Fiora si dirige nella zona distruggendo la torre del Poggio, il possente mastio della cinta muraria, e conquistando le Serre come altre località vicine. Giovanni dei Cacciaconti, ultimo erede della famiglia, vende, nel 1373, al mercante senese Giovanni de’ Rossi il Cassero di Serraia e altri possedimenti. In seguito il paese passa sotto il controllo di Siena. Nella metà del Cinquecento il conte di Santa Fiora, alleato dei fiorentini nella Guerra di Siena, distrugge la torre del Poggio, il possente mastio della cinta muraria. Il paese rimane comunità autonoma fino al 1777 quando, per le riforme leopoldine, assume una nuova forma amministrativa. A fine Settecento il borgo è ancora cinto da mura in cui si aprono tre porte: la porta di Borgo e la porta della Grancia sono tuttora presenti mentre una terza porta è stata distrutta e ricostruita nel contesto dei lavori per l’ottocentesca fabbrica del Castello Gori con funzione di camminamento di connessione sospesa tra edificio e bosco inglese.
Breve descrizione del borgo
Sono ancora evidenti in Serre caratteristiche architettoniche e urbanistiche tardomedievali, facilmente riscontrabili nei palazzetti gotici con porte e finestre ad arco acuto, nella sopravvivenza di tratti di porta e mura castellane nonché nella stessa conformazione planimetrica del paese, densa, organica e attraversata da strette e tortuose stradine. Tra le principali emergenze architettonico-artistiche che si ritrovano nel piccolo borgo vi sono la Grancia, una delle varie fattorie fortificate facenti capo allo Spedale di Santa Maria della Scala, la chiesa dei Santi Andrea e San Lorenzo (un tempo chiesa del Crocifisso) e la chiesa della Madonna della Piaggia per le quali si rimanda alle specifiche schede. Nella piazza centrale è l’antico Palazzo di Giustizia in origine gotico, con cappella e loggia, all’interno frammenti di affreschi di scuola senese della fine del ‘400.